Andrea

ANDREA LAGANGA

I am what I cook

FAMIGLIA

Sposato con Francesca, due figli, Giorgio di 8 anni e Sofia di 3: una squadra invincibile, i miei primi supporter, i più spietati critici, una forza della natura. La mia vita per cui farei tutto e con cui condivido tutto: sogni, idee, progetti, avventure, successi e insuccessi. La famiglia è alla base di ogni mia scelta. La famiglia d’origine che mi ha sempre spinto a trovare la mia strada, che mi ha incoraggiato, e anche insegnato. La famiglia con mio padre, i miei fratelli e mamma Lina, che mi hanno spinto per la mia strada, e accolto quando sono tornato all’ovile pronto a dare il mio contributo. La famiglia che mi ha sempre sostenuto e da cui ho preso la forza per spiccare il volo e  radici solide per poterlo fare. La famiglia che mi ha trasmesso l’amore e la passione per la mia terra, il mestiere, arti e sapienza, umiltà e curiosità senza le quali nulla è possibile ma soprattutto mi ha dato cuore, passione, determinazione, tenacia. La famiglia, quella che ho creato con Francesca, che mi ha creduto e che mi appoggia, che  mi ha dato e mi regala ogni giorno la possibilità di continuare a credere a e fare tutto ciò. La famiglia tutta che ha creduto in me e mi ha permesso di essere quello che oggi sono.

AUTENTICITÀ

Il mio lavoro è la mia professione e questa sottolineatura non è a caso. Quando le due cose combaciano, diventano una cosa prorompente e una forza propulsiva a fare, a sperimentare, a migliorarsi e a farlo per gli altri. Il mio ‘fare’ mix di professione mestiere è per me ormai una missione: per la categoria, per la gente comune, per coloro che giustamente vogliono sapere, per i consumatori responsabili, per gli addetti ai lavori, per la categoria e le istituzioni che lavorano e devono tutelare tutto e tutti.

Essere vero, autentico, essere me stesso, e attraverso la mia figura, è tradurre il mio lavoro e quello che sono nel marketing che diventa prodotto. E’ un allineamento di asset che porta i miei interlocutori, colleghi, stakeholder o semplici clienti a ritrovarsi nel mio fare.

Essere di ispirazione per ridare il giusto valore ad una professione che ha fatto la storia della famiglia ma che spesso viene dimenticata in un mondo dove il ‘food’ è rappresentato solamente dalla figura del ‘cuoco’, complice di una propria fotogenicità televisiva diventato figura amata dal pubblico a casa, non sapendo però dell’arte e del sapere storico tramandato da macellaio a macellaio, fonte di studi e regole non scritte date da errori e successi del tempo.

Essere custode di quei sapori e profumi di un tempo, a portata di chi solo sa ancora fidarsi del proprio ‘macellaio’, unico amico e consigliere della famiglia. Perché poi il macellaio non è solo colui che ti taglia la ‘fettina’ ma uno dei pochi che sa ascoltarti con la parola pronta che vuoi sentire, con il consiglio giusto per la tua serata importante con la ricetta giusta a seconda delle tue abilità, a cui affidare la crescita dei più piccoli (“mi raccomando è per il bimbo”)  o la cena della vostra vita (”fammi fare bella figura perché stasera è importante…”). Essere contenti di ritornare in bottega e gioire con un “grazie, posso sempre contare su di te”.

É l’ora quindi di riscoprire, e rivalutare, la vera autenticità del macellaio come valore aggiunto del territorio, garante delle belle tradizioni culinarie e promotore di qualità e benessere alimentare.

TRASPARENZA

Essere se stessi, è mettersi a nudo di fronte alla realtà, in senso metaforico. Ed ecco allora che giocare con chi io sia stato e da dove provengo per me è un vezzo e un pudore che metto volentieri a disposizione. Questo ero io, prima di diventare quello che sono oggi grazie all’intervento e la contaminazione e conoscenza di tutti coloro che ho incontrato nella mia strada. Ognuno mi la lasciato qualcosa, nel bene e nel male: mi ha fatto crescere. La conoscenza che ho della mia terra, delle mie origini, la consapevolezza di cosa portano con sé per me è grande responsabilità. Mi sento investito di un grande compito che porterò avanti alla mia maniera cercando di dare sempre il massimo. Mi ricordo della mia terra, dai primi passi sotto la cupola dell’eco di Barbanella, alle cadute in bicicletta al piazzalone, quando ancora si usciva sotto casa per giocare con quegli amici che oggi chiami fratelli, alle scuole di via Rovetta fino alla mitica Vico, dove chi ci andava era un ‘fico’; sempre caro mi fu il tempo trascorso tra i banchi del Fossombroni (istituto tecnico commerciale) complice di giovani amori, le prime sigarette e le temute interrogazioni a sorpresa della Prof.ssa Cama;  i giorni e le notti passate in via Mazzini, gomito a gomito ad amici veri pronti ad agire con la croce rossa sulla giacca; grazie ai rimproveri del dott. Corsi, utili insegnamenti di vita.

I primi veri amori sulle spiagge di Marina, complice la notte dei fuochi di San Rocco dove incontrai colei che diventò la donna della mia vita;

Io, uno dei pochi fortunati ad avere il privilegio dell’università nel cuore verde di Rispescia, a due passi tra le vacche brade maremmane sempre pronte alla compagnia nelle ore di “buco”…..

Mi ricordo le ore interminabili trascorse in questa terra, che mi hanno fatto diventare babbo per ben due volte….

Terra mia tu sai tutto di me; mi hai fatto nascere, mi hai cresciuto e mi hai fatto diventare l’uomo che sono. Maremma mia, tu sei la terra mia.

RESPONSABILITÀ

Grande è la responsabilità di cui mi steno investito, perché in primis, di mestiere e professionalità si tratta e mio compito verso la categoria e una clientela  finale, un consumatore responsabile e consapevole,  è quella di dare garanzie, sicurezza, affidabilità. Trasmettere quella fiducia cieca nelle proposte che vado a fare perché dietro c’è tanto studio e competenza, non solo estro creativo e voglia di sdoganare. Al contrario, è valorizzare la tradizione, promuoverla e renderla unica accostando ad esse nuovi linguaggi e strumenti di promozione. Questa la grande sfida e la grande responsabilità.

INTRAPRENDENZA

Tradizione, radici, storia, e futuro, innovazione, un mondo glocal che parte dal territorio. Ma se non si osa non si potrà andare mai oltre se stessi. E questo non vuol dire sconfessare o rinegare chi siamo: al contrario. E’ se mai potenziare ciò che siamo e portarlo a conoscenza dei più. E’ avvicinare gli altri in un percorso ritenuto impraticabile o accessibile solo a pochi. E’ la scoperta di poter avere ed essere. Questa è la mia intraprendenza: crederci e osare, sapendo del delicato compito che porto avanti in questa ricerca di conoscenza e sviluppo.

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